Nelle foto in
basso, nell'ordine: Paestum, Museo
Nazionale, Particolare della Tomba del Tuffatore; Padula,
Certosa di san Lorenzo, il cortile interno; Monte
Gelbison, il Santuario dedicato alla Madonna; Caserta,
la Reggia vanvitelliana |
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Paestum è il più
importante sito archeologico greco a sud
di Napoli. I Greci, che fondarono questa città
all'estremità della piana del Sele nel VI secolo
a.C., la conoscevano come Poseidonia, la città
di Poseidone. I Romani la conquistarono
cambiandole il nome nel 273 a.C. Nel IX secolo d.C.,
a causa di un'invasione saracena, cadde in declino
e fu abbandonata. Fu riscoperta nel XVIII secolo.
Oggi Paestum è visitata dai migliaia di turisti
provenienti da tutto il mondo per gli imponenti templi
(molto ben conservati) e per altri importanti monumenti.
I tre templi sono la Basilica o Tempio
di Era (sec. VI a. C.), il Tempio di Nettuno (sec.
V a. C.) il più grande e meglio conservato
e il Tempio di Cerere (sec. VI-V a. C.). Numerosi
scavi hanno riportato alla luce i resti della città
antica: gli edifici pubblici e religiosi, le strade,
le mura fortificate. Il locale Museo Nazionale conserva
i reperti archeologici: dipinti, tesori tombali, offerte
votive, frammenti architettonici e sculture. |
Un ipotetico itinerario, della
durata di 3 ore, inizia nei pressi di Novi Velia all'altezza
di una vecchia centrale idroelettrica sul fiume Torna.
Percorrendo tracce di sentieri parallelamente al corso
d'acqua ci si trova immersi in una fitta vegetazione
in cui predomina I'ontano sia sotto forma di albero
che di arbusto. Il fiume scorrendo tra i massi arenari
da origine di tanto in tanto a spettacolari cascatelle.
Più su s'imbocca il vecchio sentiero che un
tempo i numerosi pellegrini percorrevano a piedi prima
che venisse costruita l'attuale strada; qui la vegetazione
divento meno folta e gli ontani lasciano il posto
ai castagni. Dopo due ore di cammino si arriva a Fiumefreddo,
dove si trova la caratteristica sorgente adornata
da un'effigie della Madonna. L'itinerario può
terminare anche in questo punto, invece per coloro
che hanno ancora energie sufficienti e possibile proseguire
l'ascesa lungo lo stesso sentiero, che dopo un vasto
spiazzo (il piazzale di Fiumefreddo) diventa più
acclive: da questo punto in poi i castagni lasciano
il posto ai maestosi faggi, che diradandosi di tanto
in tanto aprono ampie vedute panoramiche sul Cilento.
In due diverse zone poi si osservano delle cataste
di pietre a forma piramidale con una croce in ferro
battuto sommitale, a testimonianza dei numerosi pellegrini
che durante la loro ascesa al Santuario lasciavano
un segno della loro devozione depositandovi un sasso
trasportato da valle (cd. Croce di Monte Scuro e Croce
di Rofrano). Arrivati sulla cima si può visitare
il Santuario della Madonna del Sacro Monte, fondato
dai monaci basiliani nel X sec., mentre dal piazzale
sommitale si può osservare il panorama di quasi
tutto il Cilento. In alternativa I'escursione potrà
essere effettuata con comodi minibus o a dorso d'asinello
con eventuale pranzo tipico o in ristorante o all'aperto
in località Fiumefreddo.
[fonte: internet]
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Padula - La nascita di Padula si
fa risalire al IX-X secolo quando la popolazione,
cessata la furia demolitrice dei Saraceni, preferì
sistemarsi sulla collina meno elevata e più
prossima ai collegamenti della via consolare, dove
ancora sorge Padula. Le notizie storiche disponibili
confermano l'esistenza di Padula dopo l'anno mille,
facendo a volte riferimento anche ad un insediamento
sui monti come quello di Mandrano. Alla nascita di
Padula certamente non furono estranei i monaci Basiliani,
come stanno a testimoniare la chiesa di S. Nicola
alle Donne ed i ruderi dell'antico Monastero di S.
Nicola al Torone. Nel 1296 Tommaso II Sanseverino
entrò in possesso di Padula. La sua attenzione
fu poi attratta dal sito in cui sorgeva la Grancia
di S. Lorenzo dell'Abate di Montevergine. Nel 1305
ottenne, per permuta con l'Abate Guglielmo, tutti
i beni della Grancia e li donò ai Certosini
di S. Brunone. Con l'atto stipulato il 28 Gennaio
1306 incominciava a sorgere il primo nucleo della
Certosa di San Lorenzo, che nei secoli assunse le
grandiose dimensioni che ancora oggi è possibile
osservare. La certosa è uno dei più
grandi monumenti d’Italia. Nel periodo risorgimentale,
sebbene madre di molti spiriti liberali, ha conosciuto
la tragica fine dei trecento seguaci di Carlo Pisacane.
[fonte: internet] |
Il Palazzo reale di Caserta fu
voluto da Carlo III di Borbone, il quale, colpito
dalla bellezza del paesaggio casertano e desideroso
di dare una degna sede di rappresentanza al governo
della capitale Napoli ed al suo reame, volle che venisse
costruita una reggia tale da poter reggere il confronto
con quella di Versailles, allora ritenuta il non plus
ultra delle dimore regali.
Dopo il rifiuto di Nicola Salvi, afflitto da gravi
problemi di salute, il sovrano si rivolse all'architetto
Luigi Vanvitelli, a quel tempo impegnato nei lavori
di restauro della basilica di Loreto per conto dello
Stato Pontificio. Carlo III ottenne dal papa di poter
incaricare l'artista e nel frattempo acquistò
l'area necessaria dal duca Michelangelo Gaetani, pagandola
489.343 ducati , una somma che seppur enorme fu certamente
oggetto di un forte sconto: il Gaetani, infatti, aveva
già subito la confisca di una parte del patrimonio
per i suoi trascorsi antiborbonici.
Il re chiese che il progetto comprendesse, oltre al
palazzo, il parco e la sistemazione dell'area urbana
circostante, con l'approvvigionamento da un nuovo
acquedotto (Acquedotto Carolino) che attraversasse
l'annesso complesso di San Leucio. La nuova reggia
doveva essere simbolo del nuovo stato borbonico e
manifestare potenza e grandiosità, ma anche
essere efficiente e razionale.
Il progetto si inseriva nel più ampio piano
politico di Carlo III, che voleva spostare le principali
strutture amministrative dello Stato a Caserta, collegandola
alla capitale Napoli con un vialone monumentale di
oltre 20 km.
[fonte: internet]
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